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Archive for 6 marzo 2007

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Buio nella stanza.

“L’interruttore non funziona” – pensò – “Lo sapevo, era già da un po’ che bisognava cambiarlo…vabbè cerchiamo di arrivare all’interruttore del corridoio, almeno quello …”

Buio anche in corridoio.

“Immagino sia saltata la luce. Ok, calma e gesso…ma che vuol dire poi? Perché si dice? Perché uso espressioni di cui non conosco il senso?…Avessi almeno preso la lampada Beghelli, adesso ci sarebbe un bel fascio di luce…”

Entrò a tentoni nel soggiorno, si avvicinò alla finestra e sospirò per rassicurarsi…fuori era tutto buio “Avevo ragione. E’ saltata la luce. Niente di anormale”.

Accese il cellulare ed usò la luce del display per infilarsi una tuta, le scarpe da tennis e il vecchio maglione oramai logoro e oramai destinato al sempre onorevole ruolo di maglione di casa.

Sfruttando quell’unica fonte di luce (ma è mai possibile che non abbia uno straccio di pila in casa? e i fiammiferi dove diavolo saranno finiti?) uscì nel pianerottolo e scese verso la cantina.

Silenzio. E buio.

“Forse gli altri del palazzo stanno dormendo…non si saranno neanche accorti…ma perché mi sono svegliato? Sentivo quella specie di voce.. strano che non ricordi altro del sogno, però non era neanche un incubo, ne sono sicuro..”

Aprì la porta di accesso alle cantine. Un’onda luminosa lo investì in pieno.

Si riparò il volto con le mani. Dopo tanto buio una luce improvvisa può fare brutti scherzi.

Poco dopo infatti riaprì gli occhi e vide che era tutto normale, insomma non proprio normale, come mai la luce lì era regolarmente accesa e tutto intorno, nel palazzo, in casa sua era buio fitto?

Scese qualche gradino e si avvicinò al contatore quando intravide, in angolo scuro della cantina, una porta socchiusa.

“E questa? Non l’ho mai vista…non dovrebbero esserci altre porte..”

Una goccia di sudore gli calò sulla fronte e poi giù, sulla lente degli occhiali…sul momento non se ne accorse neanche, gli ci volle una frazione di secondo per realizzare che stava sudando freddo…

Sentì una voce, da dietro la porta.

“E’ la stessa di prima, quella del sogno” si disse con una sicurezza che subito si tramutò in panico.

“Don’t panic”.

In testa fece la sua comparsa quella frase, tratta da quel libro di cui ora non ricordava il titolo.

Sorrise leggermente.

Non avrebbe dovuto o voluto, ma si ritrovò a un passo da quella porta e la aprì.

Buio nella stanza.

“L’interruttore non funziona” pensò…

(Borellino delle Fratte, XXI sec. d.C. – I Racconti del Cane Alsaziano)

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