E’ andata bene. E’ andata veramente bene. E’ andata che il sogno si è realizzato.
Ma all’inizio, non lo potevo sapere. Nessuno lo poteva sapere.
Certo, la suora che mi dava la sua benedizione – speriamo di farcela stasera – non aveva proiettato davanti a me scenari luminosi. Per scacciare i cattivi pensieri, sotto con la prima birra.
La piazza è un crogiolo di sudore, grida, facce diverse e magliette uguali.
Tutti condividiamo la stessa attesa.
I ragazzi davanti che broccolano una stangona di provenienza estera cercando, con del mediocre vino bianco, di guadagnarla alla causa….la loro ovviamente, non quella della Beneamata.
La ragazza minuta che, per trovare una migliore visuale per le sue foto, mi urta e fa si che la seconda birra mi bagni a dovere.
Il ragazzone partenopeo alla mia sinistra, partito alle 6 di mattina per venire a vedere la partita a Milano e che – mi confida con un certo orgoglio – ha già appuntamento a settembre con il suo tatuatore di fiducia per farsi disegnare il faccione di Zanetti (Capitano, O Mio Capitano) sull’avambraccio destro.
E poi mio fratello e mio padre, di nuovo riuniti a vedere una partita sperando di allontanare brutti ricordi e sinistre maledizioni.
E l’urlo liberatorio di una piazza intera, padri figli nipoti, per una gioia aspettata da tanto, troppo tempo.
Semplicemente, è stato bello esserci.
E vedere poi la città accendersi in un delirio nerazzurro, senza se e senza ma, per celebrare la Storia.