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Archive for luglio 2007

In the summertime

In the summertime è tempo di andarsene in vacanza!

Il Dolphin Hotel chiude per il mese di Agosto. Il suo tenutario,  rag.cav.avv.lup.mann. Capitan Mongozo, se ne andrà a spasso per le Marche, la Sicilia e Parigi.

Non mancherò di aggiornare di tanto in tanto il blog, di venire a fare un pò di pulizia e magari comincerò a mettere qualche foto,  inaugurando così la mia macchina fotografica.

Prima di lasciarvi, un saluto a tutti coloro che hanno soggiornato nell’Albergo del Delfino e che spero vogliano tornare per la stagione autunno/inverno!

Un abbraccio a Stefy, Tasti, Andrea, Matteo & Danzalo, Blimunda, il Dappe, Conte e Devil, Alessia/Esilio, Diluvio, Pideye, Anas, Anja, Miky/Pescefuordacqua, Lopsicopaticodellaportaaccanto (Sere, quando ti rifarai vivo?), tutti gli altri che sono passati per un saluto, il Fratellino e ovviamente Nandina.

A voi il video della “canzone perfetta”

Ciao!

U2 – One

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The Universal

Vi ho già raccontato che tra Blur e Oasis, io ho sempre tifato per questi ultimi. Via via sempre con meno foga, ma restano comunque i miei preferiti.

Ciò non toglie che ascolto e apprezzo anche i Blur, a maggior ragione da quando una loro superfan è divenuta la miadolcemetà.

Per cui, in questo giovedì di fine luglio, cercherò di allietarvi il pomeriggio, almeno un poco, con questa canzone..

Blur – The Universal 

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Quello che non c’è

deadman1.jpg

Non so da dove cominciare a scrivere. Sono giorni in cui stanchezza, cattivo umore, apatia la fanno da padrona. Implodo in me stesso. Non riesco a scuotermi.

Sarà il caldo afoso. Sarà che è fine luglio. Saranno i ragionamenti che mi girano in testa. Sarà questa sensazione di sentirsi ad un incrocio e non sapere dove andare, cosa scegliere.

L’intenzione è confusa. Già, l’intenzione.

Nell’Aikido insegnano che, per agire bene, bisogna sempre tenere a mente tre fattori: tempo, spazio e intenzione. Per muoverti e neutralizzare l’attacco dell’avversario devi sapere esattamente quando muoverti, in quale posizione rispetto a lui dovrai trovarti e con la tua intenzione, con la tua mente, dovrai essere già lì, prima ancora di muoverti. Prima ancora di respirare.

Sapere in anticipo dove vuoi essere. Avere una intenzione chiara. Sapere dove vuoi arrivare. Proprio quello che io in questo momento non so. Proprio quello che, finora ho sempre saputo. Oppure ho sempre finto di sapere.

So con chi voglio essere, questo sì.

Ma non riesco a immaginare che cosa sarò tra qualche anno.

Penso ai pezzi di me lasciati indietro. Cose che sapevo fare, lentamente dimenticate. Penso a quello che sono oggi e a quello che avrei voluto essere.

Sarà che al ritorno dalle vacanze estive saranno dieci anni che sono a Milano. Sarà che a fine anno sono 5 anni che lavoro nello stesso posto. Saranno le cifre pari. Sarà che, con il mio consueto anticipo, sono già arrivato alle paranoie dei 30 anni.

Sarà che mi chiedo “beh, che cazzo pensiamo di fare nei prossimi dieci anni?”. E non mi so rispondere. La mia intenzione è vaga. Non so dove voglio essere, quindi non so come muovermi per arrivarci, quindi non so quando è il momento di fare che cosa.

Nessuno me lo dirà. Qualunque cosa potrebbe andare bene.

Sarà che ho bisogno di vacanza.

Sarà che mi costruisco castelli di pippe mentali su quello che non c’è.

 

 

Afterhours – Quello che non c’è

Ho questa foto di pura gioia

E’ di un bambino con la sua pistola

Che spara dritto davanti a se

A quello che non c’è

Ho perso il gusto, non ha sapore

Quest’alito di angelo che mi lecca il cuore

Ma credo di camminare dritto sull’acqua e

Su quello che non c’è

Arriva l’alba o forse no

A volte ciò che sembra alba

Non è

Ma so che so camminare dritto sull’acqua e

Su quello che non c’è

Rivuoi la scelta, rivuoi il controllo

Rivoglio le mie ali nere, il mio mantello

La chiave della felicità è la disobbedienza in se

A quello che non c’è

Perciò io maledico il modo in cui sono fatto

Il mio modo di morire sano e salvo dove m’attacco

Il mio modo vigliacco di restare sperando che ci sia

Quello che non c’è

Curo le foglie, saranno forti

Se riesco ad ignorare che gli alberi son morti

Ma questo è camminare alto sull’acqua e

Su quello che non c’è

Ed ecco arriva l’alba so che è qui per me

Meraviglioso come a volte ciò che sembra non è

Fottendosi da se, fottendomi da me

Per quello che non c’è

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Nel blog di Nandina troverete una versione live con un Claudio Bisio d’annata, qui vi riporto il testo integrale di quel capolavoro che fu ed è tuttora “Rapput”.

Rapput – C.Bisio/R.Tanica

E quella volta, una domenica di ottobre, già l’autunno ci moriva addosso e io fumavo sigarette amare, e tu come uno specchio rotto riflettevi quell’immagine sbiadita del ricordo del frammento del brandello del profumo di quell’angolo d’estate e mi dicesti: “Voglio vivere la vita come un alito di vento che, inseguito dall’aurora, già racchiude le speranze di un domani tutto mio che mi appartenga, e come donna accarezzare nuovi scampoli d’assenza”, io dicevo “Sì capisco, vuoi gli scampoli d’assenza” ma pensavo: “Puttana”.

Così pensasti, decidesti e mi annunciasti: “Quest’estate vado in Grecia con Giovanna, mi preparo a accarezzare nuovi scampoli d’assenza”, io ti dissi: “Scusa cara, cosa cazzo ti prepari per l’estate, siamo a ottobre, è quanto meno prematuro”; tu piangesti tutta notte e al mattino ti svegliasti, gli occhi pesti, ripiangesti e mi dicesti: “Siamo onesti, vuoi che resti per tarpare le mie ali ed impedirmi di volare, e come donna accarezzare nuovi scampoli di assenza”, io ti dissi: “No, prudenza, non potrei vederti senza quei tuoi scampoli di assenza”, questo dissi ma pensavo dentro me che tu e Giovanna in Grecia ci andavate solo per sentirvi… puttana.

Poi sei tornata dalla Grecia io fingevo che non mi importava niente, ti chiedevo le notizie più banali, tipo: “Chissà quanta gente avrai incontrato, che bordello di turisti”, tu negavi ed affermavi: “No no no no no no no no no no no no no no no no no no no, eravamo solamente io e Giovanna sopra un’isola deserta tipo c’hai presente due chilometri di spiaggia vuota, dormivamo in un capanno in riva al mare e alla sera i pescatori ci portavano del pesce, facevamo le grigliate sulla spiaggia e cantavamo a squarciagola le canzoni di Battisti fino all’alba, tanto l’isola è deserta”, tu dicevi e io pensavo: “Ma che cazzo, tutti quelli che ritornan dalla Grecia sono stati sopra un’isola deserta tipo c’hai presente due chilometri di spiaggia vuota, ma contando tutti quelli che mi dicono ‘sta cosa io mi chiedo quante cazzo di isolacce deve averci questa merda di una Grecia, poi ‘sti pescatori greci non potrebbero pescare in altomare e impiccarsi con le reti senza andare a importunare le ragazze come te che normalmente sono brave ma travolte dagli eventi non disdegnano di fare la puttana?”.

E adesso tu mi chiedi come mai son così pallido e patito mentre tu sei tanto sana. La risposta è tra le righe di quest’aria che ti canto, che nel mentre che tu stavi sopra l’isola deserta strafogandoti di cozze con Giovanna e i pescatori, io da solo chiuso in casa non potevo fare a meno di pensare a te lontana già da qualche settimana e comporti una canzana praticando una gimkana che mi ha fatto alfin capire che tu sei, saresti stata, eri, fosti, sarai sempre e dillo pure anche a Giovanna… il mio amore, sì il mio amore, nonostante qualche dissapore. Come una libellula selvaggia io sorvolerei, però dimmi cosa hai fatto con il greco sulla spiaggia. Senza fiato, senza bronco, tu sei ritornata ma ti stronco; se ti lascio in faccia i segni del saldatore so che capirai: io non ti porterò rancore.

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Borbottii

Sapete cosa odio di più?

Il fatto che quando me ne posso stare tranquillo, beato, davanti al mio pc, pronto a scrivere…..niente! Non mi viene un ispirazione neanche a pagarla profumatamente. E non è che cerco un ispirazione per scrivere racconti o poesie, me ne basterebbe anche una più piccola per commentare qualche fatto del giorno (e ce ne sarebbero, da iMille che non sono più Mille ma si dividono in gruppi più piccoli, Putin che vuole reintrodurre la guerra fredda anche se siamo in estate, le continue e assurde morti per incidenti d’auto…) o per lasciarmi andare ad autocommiserazioni pubbliche (e di questo periodo, credetemi, ne ho di momenti in cui vedo nero)

Niente.

Poi ora spegnerò il pc, mi avvierò verso casa, cuffie al loro posto e zac, mi cominceranno a girare in testa le parole e cazzo, vorrei avere carta e penna per fissarle! Poi arrivo a casa e le ho perdute.

Beh che dirvi, buona serata.

Ah oggi era giovedì, avrei dovuto postare qualcosa a proposito dei cocktail….uff mi sa che la rubrica è già finita..

Vi lascio con Lupin

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Capitan Interruptus

Scusate la latitanza di questi giorni ma sono alquanto indaffarato, lavorativamente parlando.

Comunque per resistere c’è la paranza!

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I Wanna Hold Your Hand

Una canzone per scacciare i cattivi pensieri ……

 

Oh yeah, I’ll tell you something,

I think you’ll understand.

When I’ll say that something

I want to hold your hand,

I want to hold your hand,

I want to hold your hand.

Oh please, say to me

You’ll let me be your man

And please, say to me

You’ll let me hold your hand.

Now let me hold your hand,

I want to hold your hand.

And when I touch you I feel happy inside.

It’s such a feeling that my love

I can’t hide, I can’t hide, I can’t hide.

Yeah, you’ve got that something,

I think you’ll understand.

When I’ll say that something

I want to hold your hand,

I want to hold your hand,

I want to hold your hand.

And when I touch you I feel happy inside.

It’s such a feeling that my love

I can’t hide, I can’t hide, I can’t hide.

Yeh, you’ve got that something,

I think you’ll understand.

When I’ll feel that something

I want to hold your hand,

I want to hold your hand,

I want to hold your hand.

I want to hold your hand – The Beatles

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Saturday Night Live

La musica di Giovanni Allevi nella cornice di Piazza Duomo. Uno spettacolo davvero unico, un emozione grandissima. La sua musica ti prende e ti porta via, in posto sicuramente migliore dove la fantasia e l’immaginazione la fanno da padrona.

Si lo so, ultimamente parlo molto di questo artista, ma ho tutta l’eccitazione di chi ha da poco scoperto qualcosa di cui sapeva di avere bisogno.  Non è classica, non è jazz, non è pop….è la sua musica e basta. E poi lui è così disarmante, così genuinamente spontaneo e simpatico.

Se volete saperne di più, ho aggiunto nella barra laterale il link al suo sito e qui sotto vi metto un video con l’esecuzione di Panic, brano di apertura dell’ultimo disco Joy.

Che altro aggiungere? ….EnJoy yourself!! 😉

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Voglia di evasione…

Ora vorrei essere come loro, su una decappotabile lanciata nel deserto con il vento nei capelli…ovviamente rinuncerei volentieri a bende e cicatrici..

Scar Tissue – RHCP 

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mojito.jpg

Ingredienti:

  • 2 cucchiaini di zucchero di canna
  • succo di 1/5 Lime (senza la schiacciare la buccia, perchè renderebbe il tutto amaro).
  • 4/5 rum cubano bianco
  • foglie di menta
  • (soda water se si vuole allungarlo)

Preprarare nel mixing glass. Le foglie di menta vanno pestate con lo zucchero di canna. I rametti vanno schiacciati contro il lato del bicchiere per farne uscire l’aroma. Pestarci anche il succo di lime. Riempire il bicchiere di ghiaccio. Questo cocktail può essere fatto “alla cubana” o “all’europea”. I cubani riempiono il bicchiere di ghiaccio a pezzi grandi o cubetti, mentre gli europei mettono il ghiaccio tritato fino a riempire il bicchiere. Aggiungere il rum ed eventualmente la schweppes. Mescolare circolarmente. Decorare con un rametto di menta. (thanks to Wikipedia)

Oggi mi è uscito di postare questa cosa, senza uno specifico perchè, se non che con Nandina qualche giorno fa si parlava appunto del Mojito. E perchè siamo quasi a metà luglio, ho voglia di vacanze e di mare.

Non so se ne farò una rubrica, molto probabilmente no, anche perchè non è che io sia in fin dei conti un gran bevitore.

Se qualcuno conosce varianti alla ricetta o vuole raccontare le sue esperienze con il Mojito, ogni commento è benvenuto

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