Non so da dove cominciare a scrivere. Sono giorni in cui stanchezza, cattivo umore, apatia la fanno da padrona. Implodo in me stesso. Non riesco a scuotermi.
Sarà il caldo afoso. Sarà che è fine luglio. Saranno i ragionamenti che mi girano in testa. Sarà questa sensazione di sentirsi ad un incrocio e non sapere dove andare, cosa scegliere.
L’intenzione è confusa. Già, l’intenzione.
Nell’Aikido insegnano che, per agire bene, bisogna sempre tenere a mente tre fattori: tempo, spazio e intenzione. Per muoverti e neutralizzare l’attacco dell’avversario devi sapere esattamente quando muoverti, in quale posizione rispetto a lui dovrai trovarti e con la tua intenzione, con la tua mente, dovrai essere già lì, prima ancora di muoverti. Prima ancora di respirare.
Sapere in anticipo dove vuoi essere. Avere una intenzione chiara. Sapere dove vuoi arrivare. Proprio quello che io in questo momento non so. Proprio quello che, finora ho sempre saputo. Oppure ho sempre finto di sapere.
So con chi voglio essere, questo sì.
Ma non riesco a immaginare che cosa sarò tra qualche anno.
Penso ai pezzi di me lasciati indietro. Cose che sapevo fare, lentamente dimenticate. Penso a quello che sono oggi e a quello che avrei voluto essere.
Sarà che al ritorno dalle vacanze estive saranno dieci anni che sono a Milano. Sarà che a fine anno sono 5 anni che lavoro nello stesso posto. Saranno le cifre pari. Sarà che, con il mio consueto anticipo, sono già arrivato alle paranoie dei 30 anni.
Sarà che mi chiedo “beh, che cazzo pensiamo di fare nei prossimi dieci anni?”. E non mi so rispondere. La mia intenzione è vaga. Non so dove voglio essere, quindi non so come muovermi per arrivarci, quindi non so quando è il momento di fare che cosa.
Nessuno me lo dirà. Qualunque cosa potrebbe andare bene.
Sarà che ho bisogno di vacanza.
Sarà che mi costruisco castelli di pippe mentali su quello che non c’è.
Afterhours – Quello che non c’è
Ho questa foto di pura gioia
E’ di un bambino con la sua pistola
Che spara dritto davanti a se
A quello che non c’è
Ho perso il gusto, non ha sapore
Quest’alito di angelo che mi lecca il cuore
Ma credo di camminare dritto sull’acqua e
Su quello che non c’è
Arriva l’alba o forse no
A volte ciò che sembra alba
Non è
Ma so che so camminare dritto sull’acqua e
Su quello che non c’è
Rivuoi la scelta, rivuoi il controllo
Rivoglio le mie ali nere, il mio mantello
La chiave della felicità è la disobbedienza in se
A quello che non c’è
Perciò io maledico il modo in cui sono fatto
Il mio modo di morire sano e salvo dove m’attacco
Il mio modo vigliacco di restare sperando che ci sia
Quello che non c’è
Curo le foglie, saranno forti
Se riesco ad ignorare che gli alberi son morti
Ma questo è camminare alto sull’acqua e
Su quello che non c’è
Ed ecco arriva l’alba so che è qui per me
Meraviglioso come a volte ciò che sembra non è
Fottendosi da se, fottendomi da me
Per quello che non c’è
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