Nell’ultima settimana mi sono imbattuto, per fortuito caso, in due grandi classici della letteratura, letti a suo tempo (cioè a scuola) male e a pezzettini sottili sottili.
Mi riferisco all’Eneide, di cui è da poco uscita una versione a cura di Sermonti presentata due domenica fa da Fazio a Che tempo che fa, e all’Orlando furioso, del cui autore ho visitato la casa dove visse a Ferrara durante il tour in bici autogestito di domenica scorsa.
Rileggendo i due incipit, che qui sotto vi riporto, mi è tornata alla mente l’osservazione di un vecchio prof in cui veniva messa in luce la somiglianza voluta dei due incipit. Virgilio dice di cantare le armi e l’uomo valoroso, Ariosto dice che canterà i cavalieri e le armi, aggiungendo però le dame e l’amore…suggestioni cavalleresche e di amor cortese da cui Virgilio non era influenzato.

Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori,
le cortesie, l’audaci imprese io canto,
che furo al tempo che passaro i Mori
d’Africa il mare, e in Francia nocquer tanto,
seguendo l’ire e i giovenil furori
d’Agramante lor re, che si diè vanto
di vendicar la morte di Troiano
sopra re Carlo imperator romano.
(Ludovico Ariosto – Orlando furioso; l’immagine è un illustrazione di Gustave Dorè del poema)

Arma virumque cano, Troiae qui primus ab oris Italiam, fato profugus, laviniaque venit litora, multum ille et terris iactatus et alto vi Superum saevae memorem Iunonis ob iram; multa quoque et bello passus, dum conderet urbem, inferretque Deos Latio, genus unde latinum, Albinaque patres, atque altae moenia Romae. Musa, mihi causas memora, quo numine laeso, quidve dolens, regina deum tot volvere casus insignem pietare virum, tot adire labores impulerit. Tantaene animis caelestibus irae?
Celebro le valorose imprese e l’uomo che per primo dalle terre di Troia venne in Italia, fuggiasco per volere del Fato, e alle spiagge lavinie, fu afflitto molto in terra e sul mare dagli dei, per l’ostinata ira della crudele Giunone, e soffrì molto in guerra, pur di fondare la città e portare nel Lazio gli dei della patria, da cui sarebbe derivata la discendenza Latina, i padri di Alba e le mura dell’Alta Roma. O Musa, dimmi le cause per quale offesa divina, per quale dolore la regina degli dei condannò un uomo pio ed illustre ad affrontare tante sventura e ad imbattersi in tanti pericoli. Così grandi le ire negli animi dei celesti?
(Virgilio – Eneide; l’immagine è un quadro di F.Barocci che illustra Enea in fuga da Troia)
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